Love Dream

3^ Classificata al contest "Festeggiamo il suo ritorno con alcune delle sue frasi più belle" di Federika21

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  1. Shurei
     
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    Autore: Shurei
    Titolo: Love Dream
    Personaggi: Mamoru Chiba (Marzio); Usagi Tsukino (Bunny)
    Citazione: Chi non ha una vita, sogna. E a forza di sognare ho confuso la notte per il giorno e non riesco a dormire. [La tua vita non passerà – Tiziano Ferro]
    Numero Scelto: 11
    Genere: Sentimentale, Romantico - storico
    Raiting: Verde
    Avvertimenti: One Shot; POV
    Contesto: Universo alternativo a quello dell'anime/manga
    Note dell'autore:
    All'inizio avevo scelto un altra citazione, nella speranza che l'ispirazione continuasse a sorridermi, ma alla fine ho dovuto ricredermi: mi ha abbandonato senza ritegno in un momento delicato della storia e ho dovuto cambiarla in extremis per poter partecipare al contest.
    Questa storia è ambientata nel Giappone del 1867, nel periodo Bakumatsu dove vivere o morire è una cosa all'ordine del giorno per i samurai. Qui di seguito ti lascio alcuni termini del caso ^_^
    Spero vi piaccia.
    Un bacio
    Shurei

    LoveDream




    11 Dicembre 1867




    Un ronin*, ecco che cos'è.
    Purtroppo quella del Samurai non si può definire una vita a pieno, ma più correttamente un'esistenza sottile come quella di un filo sospeso in un limbo tra la vita e la morte. In poche parole non è vita.
    Mamoru-san* me lo diceva spesso.
    La sua non era vita, me lo ripeteva sempre ogni volta che ci incontravamo al Sumiya*.


    / __________________________________ /



    Mi accarezza con un gesto lento e dolce i lunghi capelli biondi, piano e senza fretta.
    -Mamoru-san...- mormoro con voce bassa e impastata, facendolo sorridere e continuare, imperterrito con le sue dolci attenzioni.

    Non si stancherebbe mai di sfiorarmi e guardarmi, perché io sono speciale e bella, molto più di altre geiko* del bordello in cui sono relegata, sulle quali, più di una volta, ha posato lo sguardo.
    Io sono semplice e spesso un poco infantile, ma so anche essere una donna saggia, con un pizzico di testardaggine, che però non eliminerà mai la mia naturale innocenza.
    -Ditemi...- soffia piano.
    -Dormite, domani mattina siete di ronda...- borbotto, strusciando il viso contro il suo petto.
    -Se dormo, smetto di sognare.-

    Alza il viso con un'espressione stanca e un po' confusa.
    -Semmai è il contrario...- rispondo, stropicciandomi un occhio.

    Mamo-san ridacchia, attirandomi a sé nell'ennesimo abbraccio.
    -Siete voi il mio sogno, Usako-chan.- mi bacia la fronte. -Perché vi amo e non ho bisogno di dormire per sognare. Sapete, chi, come me, non ha una vita, sogna. E a forza di sognare ho confuso la notte per il giorno e non riesco a dormire e se devo essere sincero, non smetto di sognare da quando vi ho incontrata.-
    -Perché dite che la vostra non è vita, Mamo-san?-
    -Io sono un samurai. Combatto per difendere l'ordine della nostra Kyoto insieme ai membri della Shinsengumi*. Potrei morire in qualsiasi momento. Vivo costantemente con la paura di non vedere l'alba di domani, e allora non mi rimane altro che sognare... forse riesco a vivere solo quando sto con voi in questi brevissimi attimi. È per questo che non smetterei mai di dirvi che vi amo, Usako.-

    Rimango un attimo interdetta, poi mi lascio andare ad una risatina imbarazzata.
    -Smettetela, dai...-
    -Io non scherzo.- risponde piano. -Sono solo innamorato e l’amore rende i sogni ancora più belli.-
    -Siete così dolce...- mormoro, nascondendo il rossore.
    -Mi preferivate impacciato ed emozionato?- ribatte con un sorrisino ammiccante.
    -No, restate pure così.-

    / __________________________________ /



    Da quando ha lasciato la città per combattere schierato per lo Shoganato, non ho avuto più notizie di Mamoru, né ho potuto dirgli che sono incinta e aspetto il nostro bambino.
    Ora capisco il suo dire...
    Sapere che è in guerra e che probabilmente non potrò mai più rivederlo, né che il nostro piccolo potrà mai aver modo di incontrare il suo papà, mi riempie il cuore di tristezza e la notte non riesco a dormire. Mi sto aggrappando al sogno del suo sorriso per andare avanti sia per me sia per il bimbo che porto in grembo.

    Ormai i tempi sono maturi, questo piccolino non può più aspettare.
    Negli ultimi tempi ho sempre avuto dei forti dolori al ventre, ma erano solo falsi allarmi. Ora sono sempre più frequenti e poi anche secondo la Signora*, è ormai ora.
    Oggi è l'undici dicembre, forse questa data diventerà importante per me perché sto per diventare mamma... Ho paura, ma allo stesso tempo sono felice.
    Vengo aiutata dalla Padrona e da altre geisha in questo momento così delicato: seguendo le loro indicazioni, alterno respiri profondi a spinte, più e più volte, con la paura di non farcela. Però rincuorata dal loro sostegno, spingo con più forza, provando un dolore lancinante, fino a quando non sento il suo primo vagito.
    Sono sollevata.
    Le ragazze che l'hanno presa tra le loro braccia, dicono che è una femminuccia.
    Sono curiosa di vedere il volto del mio sogno, la bambina mia e di Mamo-san.
    Non appena le mie colleghe terminano di ripulirla dal sangue, me la portano e così ho modo di osservarla: piange ancora, si vuole far sentire. Vuole farci sapere che è qui con noi.
    L'accarezzo dolcemente, donandole un bacio sulla fronte, seguendo il mio istinto materno...
    -Tornate presto, Mamo-san. Ora siamo in due ad aspettarvi. Continuerò a scambiare la notte per il giorno e a vivere in un sogno, finché voi non tornerete qui da noi...-


    / __________________________________ /




    Note finali:
    In ordine metto i termini dei riferimenti in *:
    -Ronin: Samurai disonorati, rimasti senza padrone. Questo tipo di samurai aveva una doppia natura, da una parte era un guerriero errante disposto a lavorare per chiunque lo pagasse, dall'altra poteva arrivare ad unirsi ad altri come lui e creare scompiglio nei villaggi saccheggiandoli e creando confusione.
    -San: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro, un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile).
    -Sumiya: Sala da tè del quartiere di Shimabara a Kyoto.
    -Geiko: Geisha nel tipico dialetto di Kyoto.
    -Shinsengumi: Milizia urbana formata da samurai di basso ceto, supportata dal clan Aizu e, benché non ufficialmente, dal Bakufu, che ne accettava i tremendi abusi pur di sfruttare la forza militare per tenere Kyoto sotto controllo. Fu il principale nemico degli Ishin-Shishi. Il suo motto era: “Aku Suku Zan”, ovvero: “Estirpare subito il male”. Tra i suoi capitani vi era Hajime Saito. Nel 1864 la shinsengumi bloccò un tentativo di alcuni estremisti Ishin-shishi di dar fuoco a Kyoto, trasferire l'imperatore a Choshu e assassinare alcuni membri chiave del Bakufu alla locanda Ikedaya.
    Vengono chiamati anche “Lupi di Mibu”, perché Mibu è il quartiere della periferia di Kyoto in cui la Shinsengumi aveva il proprio quartier generale.
    -La Signora: O meglio le Okaasan che tradotto significa: 'Madre', lei è la padrona della Casa dove vivono le Geisha.



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    Terza classificata al contest “Festeggiamo il suo ritorno con alcune delle sue frasi più belle” indetto da Federika21
    3Class-6



    Edited by Shurei - 29/3/2012, 18:13
     
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